Ordinamento penitenziario | 50 anni tra reinserimento e innovazione

A cinquant’anni dalla sua introduzione, l’ordinamento penitenziario ha subito numerose evoluzioni normative. La dottoressa Marilena Guerriera, direttrice dell’UEPE di Avellino, analizza come queste modifiche abbiano influenzato il processo di rieducazione e reinserimento sociale dei detenuti, evidenziando i principali traguardi e le sfide ancora aperte nel sistema penitenziario italiano.

Tempo di lettura: 3 minuti A cinquant’anni dall’introduzione dell’ordinamento penitenziario, la dottoressa Marilena Guerriera, direttrice dell’Ufficio esecuzione penale esterna (UEPE) di Avellino, traccia un bilancio delle principali evoluzioni normative e del loro impatto sulla rieducazione e sul reinserimento sociale delle persone coinvolte nei percorsi di giustizia. «La legge 354 del 1975 – spiega Guerriera – resta il fulcro dell’esecuzione penale, sia per quanto riguarda le misure alternative sia per l’osservazione intramuraria. Nel tempo, però, il quadro normativo si è arricchito grazie a importanti interventi legislativi, come l’introduzione della messa alla prova nel 2014 e, più di recente, la riforma Cartabia». Anteprima24.it

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