Noi caregiver non siamo eroi ma campioni di solitudine Il caso di Corleone? Siamo invisibili lo Stato ci riconosca come lavoratori

I caregiver familiari affrontano quotidianamente sfide di isolamento e fatica, spesso invisibili alle istituzioni e alla società. Il tragico caso di Lucia Pecoraro, che ha perso la vita e quella della figlia a causa di un enorme senso di abbandono, evidenzia l’urgenza di riconoscere e valorizzare il ruolo di chi si prende cura dei propri cari con disabilità.

Il caso di Lucia Pecoraro che ha ucciso la figlia con gravi disabilità Giuseppina Milone e poi si è tolta la vita con la stessa corda, mostra l’estrema solitudine e il fortissimo senso di smarrimento che devono affrontare ogni giorno i caregiver familiari. In Italia, tuttora, non esiste una legge che possa garantire diritti e dignità alle persone che assistono i propri familiari conviventi h24, sette giorni su sette, praticamente una vita complicatissima quasi in simbiosi. Nella prossima legge di Bilancio, ancora in via di approvazione, sono stanziate per i caregiver familiari conviventi prevalenti risorse economiche definite dalle associazioni “ampiamente insufficienti” e non vengono erogate nemmeno tutele previdenziali ai fini pensionistici oltre a non vedere riconosciuto la figura del del caregiver familiare convivente come un lavoratore a tutti gli effetti. Ilfattoquotidiano.it

caregiver siamo eroi campioni“Noi caregiver non siamo eroi, ma campioni di solitudine. Il caso di Corleone? Siamo invisibili, lo Stato ci riconosca come lavoratori” - "Non siamo eroi, ma campioni di solitudine". Riporta ilfattoquotidiano.it

Caregiver familiari, 7 milioni di super eroi invisibili in cerca di riconoscimento - Assistono un familiare non autosufficiente e bisognoso di assistenza continua, a causa di una malattia, dell’età avanzata o di una disabilità, svolgendo un «lavoro» di cura gratuito, che va dal ... Si legge su corriere.it

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