La gaffe di Maurizio Lupi e il destino crudele di Milano

Le imminenti elezioni comunali di Milano nel 2027 sollevano riflessioni sulle diverse opzioni politiche e sui possibili candidati, tra cui Maurizio Lupi. La scelta del voto si inserisce in un quadro complesso, dove figure di diversa estrazione si contendono il futuro della città, tra passato, presente e progetti di sviluppo.

Da qualche giorno penso alle elezioni comunali di Milano del 2027, e mi convinco sempre più che, in mancanza del candidato di centrosinistra che mi piacerebbe votare come sindaco, Giorgio Gori, e in presenza invece di un candidato vecchio stampo come Pierfrancesco Majorino o di qualcuno del giro di giovani milionari che si percepiscono Mamdani di zona uno, mi sentirei costretto a mettere la croce sul candidato del centrodestra, se questo sarà, come si dice, Maurizio Lupi: non esattamente my cup of tea, ma certamente una persona seria, rispettabile e perbene, con in più l’esperienza da assessore all’urbanistica della Giunta di Gabriele Albertini che una ventina di anni fa ha immaginato, progettato e rilanciato la Milano che oggi ammiriamo tutti tranne Pierfrancesco Majorino e il Pd mamdaniano. Linkiesta.it

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