Passaggio al bosco e la finta neutralità di chi scambia la libertà di parola con il diritto di mentire

L'articolo analizza la partecipazione della casa editrice “Passaggio al bosco” alla fiera Più libri più liberi, mettendo in discussione le pretese di neutralità e le dinamiche di libertà di parola. Attraverso un'osservazione critica, si approfondiscono le implicazioni di un dibattito spesso ridotto a polemiche ideologiche e si riflette sul significato di autonomia nel contesto culturale.

A proposito della questione della presenza della casa editrice “Passaggio al bosco” alla fiera Più libri più liberi, oltre alle solite noiose polemiche antifasciste (qui sarebbe il caso di dire anti-naziste), mi è tornato in mente qualcosa. È il ricordo di un film di una decina di anni fa, neanche tanto riuscito per le critiche che lo accolsero, opera di un mediocre artigiano, Mick Jackson, il cui vertice artistico è stato “The Bodyguard” di cui si ricorda più volentieri la colonna sonora che non la trama sdolcinata. L’opera in questione si chiama “La verità negata”, in inglese più appropriatamente “Denial”, tratta da una pièce teatrale di David Hare. 🔗 Leggi su Linkiesta.it

passaggio al bosco e la finta neutralit224 di chi scambia la libert224 di parola con il diritto di mentire

© Linkiesta.it - Passaggio al bosco e la finta neutralità di chi scambia la libertà di parola con il diritto di mentire

Contenuti che potrebbero interessarti

Cerca Video su questo argomento: Passaggio Bosco Finta Neutralit224