Mulè e il referendum | Il voto in due giorni antidoto all’astensione
Il dibattito sulla modalità di voto si intensifica con Mulè che propone di ridurre i giorni di votazione a due, sostenendo che ciò possa contrastare l’astensione. Mentre la campagna referendaria si avvicina alla fase cruciale, le questioni procedurali alimentano divisioni e discussioni tra le forze politiche, anticipando un confronto acceso sulle future modalità di partecipazione democratica.
La corsa referendaria vera e propria deve ancora cominciare, ma le procedure sono già motivo di scontro. Nessuno lo sa meglio di Giorgio Mulè, vicepresidente forzista della Camera e responsabile della campagna azzurra per il Sì alla riforma della giustizia. Si voterà in uno o due giorni? "Spero che si voterà in due giorni. Questo aumenterebbe l’affluenza dei cittadini alle urne". Due giorni: ma quando? Tra voi e il fronte del No è in corso una querelle sulla data. "La data è l’ultimo dei problemi. Se si voterà il 1° marzo o il 15 o ad aprile poco cambia. L’importante è che i cittadini vadano alle urne, esprimendo un voto libero e trasparente". 🔗 Leggi su Quotidiano.net
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