Trattative squadre-ultrà
«Intanto, prima di tutto, dobbiamo chiedere scusa ai nostri tifosi. l'ho detto ai miei giocatori, non servono i calciatori, servono gli uomini e lo dobbiamo diventare». Così ha detto Vanoli Paolo, allenatore della Fiorentina dopo la sconfitta, l'ottava di campionato, contro il Sassuolo. Ma perché le scuse? Ma perché gli uomini? Ma perché nemmeno una parola contro quei delinquenti che minacciano la vita delle mogli, fidanzate e figli dei calciatori viola, augurando loro la morte per cancro? Perché essere complici di quella ciurma, senza mai, ripeto mai, denunciarli pubblicamente, in attesa che siano le procure ad occuparsene, come è accaduto a Torino e a Milano? Che cosa altro aspetta il mondo del calcio a farla finita con questi ricattatori vigliacchi? Basta con la mortificante sfilata o processione sotto le curve, addirittura a dialogare con i capi ultrà, stavolta è stato Dzeko a farlo con megafono, altrove altri calciatori illustri lo hanno emulato, complici di assassini e spacciatori, se la sono cavata con un giorno di riposo. 🔗 Leggi su Ilgiornale.it
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