Prima alla Scala vip fra sobrietà e audacia Mahmood alla messicana
E quando c’è troppa politica, e quando ce n’è poca. E quando è troppo sobria, e quando è troppo eccessiva. Ecco, per dirla con i sempre rimpianti Sandra e Raimondo, che barba, che noia, che barba. Perché la prima della Scala, un rito laico diventato sacro per la cultura musicale del nostro Paese, è assimilabile ad un derby calcistico, con le curve sempre pronte a fronteggiarsi su tutto, per tutto, finendo con lo scordarsi dell’opera, del canto e dello spartito. Stavolta, per fortuna della cultura, la musica ha messo all’angolo pailletes e cotillon, manifestanti d’ordinanza e presenzialisti d’occasione. 🔗 Leggi su Liberoquotidiano.it
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