Quello che non sapevamo delle élite staliniane Anni Cinquanta
Attenzione assoluta per il racconto della costumista Olga Shaishmelaschvili e per i rapporti fra lo stili dei ricchi sovietici post-conflitto mondiale e la moda tedesca degli Anni Quaranta (“c’è sempre stata una divisione di classe in Russia, anche quando si raccontava il contrario, per questo ambientiamo l’opera fra l’élite moscovita a cavallo fra gli Anni Quaranta e i Cinquanta”), fiato sospeso per i due filmati performativi portati dall’artista Nico Vascellari sui limiti della ricerca individuale di libertà e indipendenza, molta filologia sulle successive rappresentazioni dell’opera, raccontate dal dramaturg Mattia Palma, direttore della “Rivista del Teatro alla Scala”, stretto collaboratore di Damiano Michieletto. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it
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