L’omicidio di John Lennon è stato l’inizio della fine dei boomer intellettuali e mammoni

È l’8 dicembre 1980. New York è già tutta addobbata per Natale. Luminarie e festoni, stelle comete e alberi argento e oro nelle vetrine della Fifth Avenue, elfi e renne di cartongesso all’ingresso delle botteghe di Times Square, ovunque insegne al neon con Babbi Natale scintillanti alla guida di slitte cariche di doni elettrici impacchettati, carole natalizie a tutto volume. Fao Schwarz, il negozio di giocattoli più grande al mondo, è preso d’assalto da turbe di genitori e nonni invasati che si strappano di mano l’un l’altro giochi da tavolo, spade laser, Barbie ballerine. Sta finendo l’anno, e non soltanto quello: la morte brutale di John Lennon è la fine di un’epoca – l’età beata e bambina delle culture radicali, che per quasi trent’anni, dal dopoguerra a questo brusco tramonto dei Seventies, sono stati il negozio di giocattoli intellettuali e metafisici della società opulenta (che Herbert Marcuse, filosofo oggi dimenticato ma in quegli anni un cult, definisce «permissiva», criticandola per le ragioni sbagliate). 🔗 Leggi su Linkiesta.it

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