Tra gli alberi dove nessuno ti vede la dolcezza del serial killer
Se devi esordire, fallo col botto. Non giocare sul sicuro, osa, prendi allo stomaco ai lettori e privali delle loro sicurezze, confondili. Deve essere stata questa la vocina al limite della coscienza di Patrick Horvath, l’ispirazione che lo ha spinto a concepire l’idilliaco microcosmo di Woodbrook, per poi sporcarlo con la brutale violenza di eventi sanguinosi. Un ossimoro emotivo che permea ogni pagina di Tra gli alberi dove nessuno ti vede. Una sensazione disturbante che traspare sin dalla copertina. Un’immaginario legato alla delicatezza che potremmo associare a Richard Scarry graffiato da una scia di sangue, centrale in una scena che sembra uscita da una puntata di Dexter. 🔗 Leggi su Screenworld.it
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