Sergey Tihanovski il dissidente bielorusso che sveglia l’occidente
"La politica è un affare sporco! Avreste dovuto essere pronti a tutto! Non ci sono regole!!. Questi avvertimenti provenivano dal leader della Bielorussia ai suoi oppositori politici quando si è presentato al centro di detenzione del KGB a Minsk dopo aver rubato le elezioni del 2020. Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha parlato per cinque ore. Eravamo in dodici in quella stanza. Tutti arrestati con accuse inventate. Tutti condannati in seguito a pene detentive assurde e brutali. Due di noi erano candidati alla presidenza, io uno di loro”. Così Sergey Tihanovski, attivista politico ed ex candidato alla presidenza, sul Washington Post. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it
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