La radicalizzazione dei bambini cresce nelle piattaforme di gioco online non monitorate

Una recente indagine dell’Europol ha rivelato l’esistenza di un network che, attraverso giochi multiplayer online, recluta ragazzini per commettere reati gravi. Gli utenti giovanissimi vengono cooptati da una serie di realtà criminali con l’obiettivo di compiere singole azioni illegali; il caso peggiore registrato finora riguarda un omicidio: utenti anonimi avrebbero spinto il responsabile, minorenne, a uccidere la sorella più piccola. La questione è delicatissima e si presta molto facilmente a racconti dai toni allarmistici che rischierebbero di inquinare, in maniera fatale, il dibattito pubblico (ricordiamo, da questo punto di vista, lo scandalo Blue Whale, una balla per la quale nessun responsabile ha mai pagato). 🔗 Leggi su Linkiesta.it

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