Una critica cyberfemminista al sessimo radicato nei videogiochi

Questo è un articolo del nuovo numero de Linkiesta Etc dedicato al tema del gioco, in edicole selezionate a Milano e Roma, e negli aeroporti e nelle stazioni di tutta Italia. E ordinabile qui. Quando era bambina Cassie McQuarter passava notti intere accanto alla nonna insonne e la guardava giocare a Zelda. Un’esperienza che, notte dopo notte, ha fatto maturare in lei l’idea che i videogiochi fossero uno strumento di connessione, e un rito condivisibile tra le diverse generazioni. «Quei giochi, in effetti, erano come le mie favole della buonanotte, al punto che si sono radicati nella mia mente come luoghi in cui la magia poteva esistere», racconta. 🔗 Leggi su Linkiesta.it

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