Sui femminicidi un racconto morboso E a parlarne troppo e male si rischia l’effetto emulazione
Fino a dieci o quindici anni fa, in Italia parlare di violenza di genere e di femminicidio sui media, in rete, ma anche a scuola, in università e nelle case, era molto più difficile di adesso. La stessa parola “femminicidio” non era così diffusa come oggi, e non lo era nemmeno sui media mainstream: come attesta l’Accademia della Crusca, è solo dal 2010 che i giornali hanno cominciato a usarla con frequenza crescente. Intendiamoci: non è che oggi affrontare l’argomento sia facile, perché il tema è ancora “divisivo”, come si dice, cioè finisce per scaldare gli animi e per suscitare discussioni e litigi che non sempre restano civili, ma finiscono nel turpiloquio e nella violenza verbale. 🔗 Leggi su Ilfattoquotidiano.it
© Ilfattoquotidiano.it - Sui femminicidi un racconto morboso. E a parlarne troppo e male, si rischia l’effetto emulazione
Contenuti che potrebbero interessarti
OGGI LA PRIMA DI "PREDATORI" A ROMA Gli stupri di gruppo e la pedofilia, i femminicidi e la prostituzione: il racconto di storie, violenze e abusi che non sono singoli e casuali, ma appartengono a un sistema patriarcale e di dominio criminale. C'è questo e - facebook.com Vai su Facebook
Questo è il commento a una storia di tentato femminicidio del senatore Vincenzo D’Anna, presidente della neonata Federazione degli Ordini regionali dei Biologi (FNOB). Già presidente uscente del disciolto Ordine Nazionale. Vai su X
Sui femminicidi un racconto morboso. E a parlarne troppo e male, si rischia l’effetto emulazione - Per anni ho sostenuto l'importanza delle parole e della denuncia pubblica. Riporta ilfattoquotidiano.it
