Sui femminicidi un racconto morboso E a parlarne troppo e male si rischia l’effetto emulazione

Fino a dieci o quindici anni fa, in Italia parlare di violenza di genere e di femminicidio sui media, in rete, ma anche a scuola, in università e nelle case, era molto più difficile di adesso. La stessa parola “femminicidio” non era così diffusa come oggi, e non lo era nemmeno sui media mainstream: come attesta l’Accademia della Crusca, è solo dal 2010 che i giornali hanno cominciato a usarla con frequenza crescente. Intendiamoci: non è che oggi affrontare l’argomento sia facile, perché il tema è ancora “divisivo”, come si dice, cioè finisce per scaldare gli animi e per suscitare discussioni e litigi che non sempre restano civili, ma finiscono nel turpiloquio e nella violenza verbale. 🔗 Leggi su Ilfattoquotidiano.it

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