Dov’è finita la critica
Troppo spesso si vanno a cercare in genere letterari più tradizionalmente accreditati quelle qualità di rivelazione, di invenzione, di eccellenza stilistica e di denuncia che invece si trovano in misura maggiore nella saggistica”. Vent’anni fa Alfonso Berardinelli, con un fare profetico su un mondo culturale già al collasso, aveva intercettato l’affiorare di una letteratura incapace di generare nel lettore trasporto e stupore, quella sensazione, per dirlo con Nabokov, di “appagamento puro e assoluto che dà l’opera ispirata e ben costruita”. Oggi le forme saggistiche sono in salute ancora peggiore, sia perché l’esercizio è spesso appannaggio di scrittori e narratori che non ne fanno il principale campo di espressione ma piuttosto un divertissement (più o meno) erudito, sia perché questa scrittura vive dell’appiattimento lessicale e speculativo da prodotto mid-cult che caratterizza gran parte delle lettere italiane. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it
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