L’elettroshock si usa ancora? Un nuovo studio dimostra nuovi effetti collaterali gravi
Partiamo da una prima notizia: la terapia elettroconvulsivante, comunemente nota come elettroshock, procedura medica attuata con una breve corrente elettrica nel cervello creata negli anni ’30 dai neurologi italiani Ugo Cerletti e Lucio Bini, è ancora utilizzata per trattare patologie come depressione grave o catatonia o nei pazienti con un elevato rischio di suicidio o che non sono in grado di assumere farmaci. Non è più una procedura brutale come agli inizi (pensiamo a Qualcuno volò sul nido del cuculo). Viene praticata sotto anestesia generale e con l’uso di miorilassanti. Tuttavia, uno studio recentissimo, pubblicato sull’ International Journal of Mental Health, evidenzia che potrebbe causare una gamma di effetti collaterali molto più ampia di quanto si pensasse finora. 🔗 Leggi su Cultweb.it
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