Ma a votare ci vanno i morti?

Parafrasando la celebre battuta pronunciata dal bambino protagonista nel film “Il Sesto Senso”: vedo la gente morta votare. Trovo surreale il fatto che la campagna elettorale per il referendum sulla riforma della giustizia si basi sulle “intenzioni di voto” di gente morta, visto che è una settimana che dibattiamo pubblicamente su come i deceduti Giovanni Falcone e Paolo Borsellino vedessero la separazione delle carriere in passato, e quindi – ammesso che questo ragionamento possa essere considerato una conclusione logica – come voterebbero oggi. Siamo oltre l’effetto nostalgia e il passatismo, siamo a un passo dalle sedute spiritiche nei talk show per far dibattere in diretta i vivi e i morti – “Otto e mezzo” su La7 si presterebbe perfettamente per questo tipo di confronto, stanno già tutti seduti attorno a un bel tavolo rotondo, e Lilli Gruber secondo me è autorevole anche come medium. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it

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