Quando torno a Genova mi assale il tempo perduto ma in fondo ‘who gives a fuck anyway’

I sette volumi di Marcel Proust che cercano il tempo perduto erano nella biblioteca di mio padre, un portuale di Genova. C’erano anche Horkheimer, Castaneda e Packard, e poi poeti, da Montale a Dylan Thomas, e Steinbeck e Hemingway, Joyce e Simenon. Donò gran parte dei suoi libri al gruppo culturale dei portuali, quando ancora la sinistra si occupava di cultura. Provai a leggere i libri più impegnativi, da ragazzo, senza trarne gran che. Iniziai a leggere Linus, quello di Oreste del Buono, sin dal primo numero, nel 1965, lo stesso anno in cui, a 14 anni, al Palasport, vidi i Beatles. Sono andato via da Genova nel 1987, e ogni tanto ci torno: di recente per il Festival della Scienza, per un’affollatissima lectio magistralis a Palazzo Ducale, e poi per una tavola rotonda alla Camera di Commercio, in via Garibaldi, patrimonio Unesco. 🔗 Leggi su Ilfattoquotidiano.it

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