La Biennale di Bologna riflette sulla casa come simbolo di protezione e identità

Dopo quella di Torino, la seconda mostra di Jeff Wall nel giro di un mese. Non ce ne sarà una terza. La buona notizia è che quella al Mast di Bologna, curata da Urs Stahel, non è la brutta copia del progetto di Gallerie d’Italia a firma David Campany. “Living, Working, Surviving” è un percorso delle stesse dimensioni, ma completamente diverso nella concezione, perché costringe Wall a confrontarsi con un tema, cosa che l’artista canadese evita volentieri. Non so se l’Italia si meriti due mostre del genere in contemporanea (viziare il pubblico è pericoloso), ma si potrebbe vedere la felice coincidenza come un’unica involontaria retrospettiva a portata di Frecciarossa. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it

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