Un paese che scambia il ceto medio per privilegiato sceglie consapevolmente la stagnazione

Il governo è un Robin Hood al contrario, che – come lo sceriffo di Nottingham – sottrae ai poveri per dare ai ricchi? Il sistema tributario italiano (e, più in generale, la nostra politica economica) ha senz’altro aspetti regressivi. Ma rivolgere questa accusa alla legge di bilancio per l’anno 2026, al cui centro c’è il taglio della terza aliquota Irpef dal trentacinque al trentatré per cento, è una vera stupidaggine, per usare un eufemismo. Anzitutto perché, retorica politica a parte, i ricchi di cui stiamo parlando non lo sono affatto: l’intera discussione strumentalizza alcune note descrittive della Banca d’Italia e dell’Istat sugli effetti distributivi della manovra, che sottolineano come i principali beneficiari siano i contribuenti appartenenti al quaranta per cento più ricco della popolazione, cioè quelli con un reddito lordo superiore ai ventiseimila euro. 🔗 Leggi su Linkiesta.it

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