Gli intellettuali che non chiedono soldi e la promessa che il mondo non poteva mantenere
Gli intellettuali parlano solo di soldi, non è una notizia: sì, bello “Il grande Gatsby”, ma vuoi mettere le lettere che Francis Scott Fitzgerald scriveva a Max Perkins, il suo pazientissimo editor, chiedendogli sempre soldi, solo soldi, non c’erano soldi che bastassero? Sono – i soldi, specie quando non ci sono – anche l’unico incentivo alla creatività. Ho scritto i miei migliori libri nell’autunno del 2012 – dopo che in mezzo all’estate la direzione di D era stata presa da una tizia il cui unico segno in decenni di giornalismo fu chiudere la mia rubrica – e nell’estate del 2020, dopo che la pandemia aveva sospeso le pubblicità di abiti da sera e da Elle mi avevano chiesto se potessi scrivere per meno soldi (domanda la risposta alla quale è sempre e solo: no; se accettate provvisoriamente meno soldi, definitivamente non tornerà il giorno in cui ve ne daranno di più, e questo è l’unico insegnamento che ho da lasciare ai vostri figli). 🔗 Leggi su Linkiesta.it
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