Trentasei anni dopo la caduta del Muro la sinistra post-comunista vorrebbe ricostruirlo in Ucraina
Nell’anniversario della caduta del Muro di Berlino, in larga parte della sinistra italiana la nostalgia per quello che poteva essere “il prima” sembra sopravanzare la rabbia per quello che doveva essere “il dopo”. Continua a fare più male il fallimento del comunismo – anche in generazioni che di quegli anni non hanno avuto un’esperienza biografica, ma una cattiva educazione storiografica – della mancata democratizzazione della Russia e della fascistizzazione del revanscismo post-sovietico, rubricato come una non commendevole, ma meritata e inevitabile reazione all’espansionismo atlantico ed europeo e all’arroganza dei vincitori della Guerra Fredda. 🔗 Leggi su Linkiesta.it
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