E se si cominciasse a sostituire la parola uomo con essere umano?
C i sono catene che non tintinnano, ma stringono. Sono fatte di parole. Ogni giorno, senza accorgercene, ripetiamo formule che appartengono a un mondo ormai superato, a una cultura patriarcale che continua a vivere attraverso il linguaggio. Diciamo “uomo” per intendere “umanità”, “padreterno” per nominare il divino, “lavorare come un mulo” per esprimere fatica, “essere isterica” per sminuire un’emozione. E così, a ogni parola, rinnoviamo inconsciamente un’alleanza con l’antico potere dell’archetipo maschile dominante: colui che definisce, delimita, controlla. Liberarci dal patriarcato non è una battaglia esterna, è una trasformazione interiore e linguistica. 🔗 Leggi su Iodonna.it
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