Così i nostri spostamenti diventano merce in vendita | il mercato invisibile dei dati di localizzazione

“Dimmi dove vai e ti dirò chi sei.” Una frase che riassume perfettamente ciò che accade ogni volta che concediamo l’accesso alla geolocalizzazione sul nostro smartphone. Con un semplice consenso, spesso dato senza leggere l’informativa, tutti i nostri movimenti vengono registrati, archiviati e rivenduti da società specializzate chiamate data broker. Il risultato è che informazioni come dove abitiamo, dove lavoriamo, chi frequentiamo e quali luoghi visitiamo possono finire nelle mani di assicurazioni, agenzie di marketing, investigatori o chiunque sia disposto a pagare. A spiegarlo, su Il Corriere della Sera, sono Milena Gabanelli e Simona Ravizza. 🔗 Leggi su Thesocialpost.it

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