Le mine navali il vero perno dell’interdizione marittima cinese

Missili ipersonici, caccia di quinta generazione, nuove portaerei, missili balistici antinave. Al di là delle nuove risorse militari messe in campo dalla Repubblica Popolare Cinese (RPC), sicuramente più appariscenti ma che dimostrano un cambio dottrinario in fieri, la strategia di sea denial di Pechino ruota intorno a un’arma molto meno complicata, piccola, e disponibile in gran numero: le mine navali. Il sea denial cinese, ovvero le operazioni di interdizione marittima, per il momento si applica ai mari contigui il territorio continentale della RPC, che vede la presenza di due aree di crisi (tre considerando l’arcipelago nipponico delle Senkaku) al centro dell’agenda del PLA (People’s Liberation Army): il Mar Cinese Orientale e quello Meridionale, separati dall’isola di Taiwan. 🔗 Leggi su It.insideover.com

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