Povero Mozart Così fan tutti ma molto male
Giudici La stagione scaligera, apertasi alla grande con La Forza del Destino, si chiude in tonalità minore col mozartiano Così fan tutte. Capolavoro supremo, ma difficilissimo portarlo in scena: si sperava in Robert Carsen, che s’è mostrato il grande regista di sempre, convincendo meno di sempre. L’idea illuminista (l’Illuminismo è cosa ben diversa dal Romanticismo, che difatti non ha mai capito Mozart) d’un insegnamento su cosa sia l’amore, da fondare più sulla Ragione, che dura, che sulla Passione, sempre caduca e spesso fallace, Carsen la declina in un reality televisivo. Gran sberluccichii, esibizione d’un supremo virtuosismo tecnico in una regia molto autoreferenziale, parecchio ruffiana e in definitiva – diciamo l’orrida parola? – banale, peggiorata per giunta dal grave disinteresse ai problemi posti dall’infelice acustica d’un palco su cui la torre scenica agisce da camino per le voci. 🔗 Leggi su Ilgiorno.it
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