Perché il Frankenstein di del Toro non parla di mostri ma di cosa significa essere umani
Guillermo del Toro non ha mai avuto paura dei mostri. Fin dal suo esordio, li ha trattati come esseri tragici, dotati di sensibilità e dignità, più umani dei loro carnefici. In Il labirinto del fauno erano vittime di un regime che disumanizza; ne La forma dell’acqua diventavano metafora dell’amore puro che sopravvive alla violenza del mondo. Con Frankenstein, il regista messicano porta a compimento la sua poetica: il mostro non è un simbolo di paura, ma una finestra sull’anima. È l’umanità, con le sue ossessioni e il suo bisogno di dominio, a incarnare il vero orrore. Un romanzo d’orrore che diventa una parabola morale. 🔗 Leggi su Cinemaserietv.it
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