L’illusionismo climatico dell’Unione europea medaglia d’oro in flessibilità
Quasi ventiquattro ore di negoziato per un accordo debole che, nei fatti, snaturerà l’obiettivo intermedio sulla riduzione delle emissioni del novanta per cento (rispetto ai livelli del 1990) entro il 2040. Il Consiglio straordinario dei ministri dell’Ambiente degli Stati membri dell’Unione europea, interrotto alle 2 di notte e ripreso alle 9 del mattino del 5 novembre, è terminato con tanti punti di domanda che rischiano di annacquare ulteriormente il Green deal. La riunione è stata convocata per dare continuità alle indicazioni emerse un paio di settimane fa durante il Consiglio europeo. A vincere è stata la linea della flessibilità e delle deroghe dettata (anche) da Giorgia Meloni, che ha mandato il ministro Gilberto Pichetto Fratin a Bruxelles con un unico obiettivo: alzare dal tre al cinque per cento la soglia consentita per ridurre le emissioni interne attraverso progetti fuori dall’Unione europea. 🔗 Leggi su Linkiesta.it
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