Addio al grande giornalista | Ha raccontato una città
Aveva l’abitudine di arrivare in redazione prima degli altri, quando le luci erano ancora spente e il rumore della città fuori non era ancora iniziato. Si sedeva alla scrivania, apriva il taccuino e cominciava a scrivere a mano, come si faceva una volta, quando la notizia nasceva lentamente, tra appunti sparsi e ricordi. Per molti, quel gesto era diventato un simbolo: il mestiere del cronista non si improvvisa, lo si costruisce ogni giorno, con pazienza, ascolto, rispetto. C’è chi lo ricorda dietro una telecamera, chi a bordo campo durante una partita di provincia e chi semplicemente al bar, con il giornale sotto il braccio e lo sguardo curioso di chi vuole capire il mondo più che giudicarlo. 🔗 Leggi su Thesocialpost.it
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