Scavare nella profondità degli inferi con una risata

L’inferno è il gelo, dice il parroco di un romanzo di Georges Bernanos, e nei sotterranei della città dolente Dante piazzò la ghiaccia del Cocito, non certo qualche mistica caldaia. Non è quindi un caso che l’anno più infernale della storia umana, il 536 dopo Cristo, sia stato anche un anno freddissimo. Alla piccola glaciazione si sommarono la carestia, la peste bubbonica e altre sciagure. Ora, la scuola ci ha abituati a considerare la discesa agli inferi come un’impresa serissima, adatta alla caparbietà degli eroi epici e tragici più che alla modestia degli uomini comuni, relegati nell’ambito della commedia. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it

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