La letteratura serve a non perdersi

Che la letteratura serva a viaggiare con la fantasia è un luogo comune ampiamente accettato, ma forse traballante nell’epoca in cui si può essere abdotti con più facilità da un volo low cost, da una telecamera go-pro o dalla realtà virtuale. Nei romanzi possiamo tuttavia trovare massime che ci spiegano perché e percome ci spostiamo da un luogo all’altro: ad esempio, “la distanza non conta, se si ha uno scopo”, scrive Jane Austen in Orgoglio e pregiudizio, mentre un più lugubre Bram Stoker faceva notare in Dracula che i più lesti a viaggiare sono i morti. Le citazioni provengono da due delle mappe letterarie di Martin Thelander, che scandagliano i classici allo scopo di individuare i luoghi citati e metterli in ordine; sul Foglio ne aveva parlato Giacomo Giossi in occasione delle prime uscite e ora ne sono arrivate quattro nuove: Ventimila leghe sotto i mari, Robinson Crusoe, Cime tempestose e Candido (Il Saggiatore, 2 pp. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it

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