Il nuovo confine della privacy è la mente ma manca una legislazione sulla privacy dei nostri neurodati

Il nuovo confine della privacy non è più il corpo o la casa, ma la mente. L’avanzamento delle Brain-computer interfaces (Bci) e delle neurotecnologie solleva implicazioni non solo tecnologiche, ma anche etiche, giuridiche e politiche. La mente come nuova frontiera del controllo. Se una macchina può leggere i nostri pensieri e un algoritmo interpretare le nostre emozioni, si pone un interrogativo fondamentale sulla libertà individuale: chi garantisce che tali dati non vengano usati per manipolare o condizionare le nostre decisioni, che siano lavorative, politiche o economiche? Il rischio, meno ipotetico di quanto può sembrare, è la mercificazione del libero arbitrio, un processo che può trasformare l’autonomia cognitiva in una variabile gestita da un software. 🔗 Leggi su Panorama.it

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