L' invisibile partito delle toghe
La Corte dei Conti crede di essere la Corte dei Ponti e conferma, ancora una volta, la necessità di una riforma che, vista l’ennesima l’invasione di campo, dovrebbe essere ben più radicale di quella in discussione in Parlamento. Siamo arrivati al punto che sulle grandi opere strategiche che fanno parte del programma di governo decidono un paio di magistrati, i quali si sarebbero lamentati della presenza di “link” nella documentazione del ministero sull’infrastruttura. Delle due l’una: o sono analfabeti digitali che vivono nell’800 o sono degli azzeccagarbugli che cercano un cavillo per condurre una guerra politica contro il centrodestra che ha osato votare una riforma della giustizia, di cui la Corte è uno stellare esempio di corporativismo e faziosità. 🔗 Leggi su Liberoquotidiano.it
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