L’alta cucina contemporanea trasforma la repulsione in provocazione e tradizione

Questo è un articolo del numero di  Linkiesta Magazine 0225 – “Tempi Impazziti”, ordinabile  qui. Fino a pochi anni fa, la follia più folle che potessimo immaginare nel campo dell’enogastronomia si limitava a cavallette e scorpioni: niente ci sembrava più insensato di mangiare cose lontane dalla nostra cultura, che fossero considerate dai nostri riferimenti sociali improprie per il nutrimento. Tutti i cibi si prestano potenzialmente a suscitare disgusto, perché è una reazione legata soprattutto all’atteggiamento culturale.  Oggi, se frequentiamo il bel mondo gastronomico, quello fatto da chef di grido in ristoranti fine dining, ci possiamo trovare nel piatto teste di germano reale, formiche su cortecce, molluschi affogati nella granita al limone, ossa da sgranocchiare e salumi chimere. 🔗 Leggi su Linkiesta.it

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