La catena invisibile delle armi dietro alla proiezione multipolare in Africa

Che la compravendita di sistemi d’arma e più in generale di servizi di sicurezza rappresenti uno dei grandi canali attraverso cui le grandi potenze del mondo cercano di espandere la propria influenza nel continente africano non è certo una novità. Dalla celeberrima Wagner di Yevgeny Prigozhin (oggi ribrandizzata come Afrika Korps per sottolineare la sua nuova identità di “corpo regolare” istituzionalmente legato all’apparato della Difesa di Mosca), alla Sadat di Ankara, fino alle varie entità legate alla Repubblica Popolare Cinese, le private military companies sono divenute uno degli strumenti favoriti dai vari attori internazionali per rafforzare la propria posizione in Africa; parallelamente a questo fenomeno, anche il rifornimento di armi tanto ad apparati di difesa degli Stati africani quanto a formazioni paramilitari ribelli è stata una delle strade più battute per perorare i propri interessi. 🔗 Leggi su Formiche.net

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