Nel Darfur dimenticato da tutti ci sono fame violenza stupri esecuzioni
El Fasher, la capitale del Darfur settentrionale, è caduta sotto il controllo delle Forse rapide di supporto (Rfs), come si fanno chiamare oggi i guerrieri a cavallo, i janjaweed, che all’inizio del secolo devastarono – con saccheggi, stupri, esecuzioni sommarie, pulizia etnica, carestia – questa regione del Sudan. L’assedio, fatto di fame e di violenza, è durato un anno e mezzo, ci sono 260 mila persone intrappolate in questa città che era famosa per la sua frutta e la sua verdura e che ora è devastata e affamata, chi riesce si nutre con quel che rimane del mangime per gli animali. L’ultimo report delle Nazioni Unite documenta una nuova, brutale pulizia etnica: cadaveri per le strade, violenze sessuali, esecuzioni di chi cerca di scappare, gruppi di persone in abiti civili accusati di essere sostenitori dell’esercito regolare e uccisi, in un video degli uomini delle Rfs uccidono cinque persone che stavano cercando di portare del cibo dentro la città dove se non si muore ammazzati, si muore di fame. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it
© Ilfoglio.it - Nel Darfur dimenticato da tutti ci sono fame, violenza, stupri, esecuzioni
Leggi anche questi approfondimenti
ELENCO DEI GENOCIDI DEGLI ULTIMI DIECI ANNI: Sudan (Darfur) – oltre 300.000 morti civili Responsabili: governo sudanese, milizie Janjaweed Sudan (guerra 2023) – oltre 9.000 morti civili Responsabili: esercito sudanese, forze R - facebook.com Vai su Facebook
Nel Darfur dimenticato da tutti ci sono fame, violenza, stupri, esecuzioni - Dopo un anno e mezzo di assedio, la capitale è caduta sotto il controllo delle Forze rapide di supporto. ilfoglio.it scrive
La più grave crisi umanitaria non è a Gaza ma in Africa, nel Darfur: Islam contro cristiani, tutti zitti - La più grave crisi umanitaria non è a Gaza ma in Africa, nel Darfur: Islam contro cristiani, nel disinteresse generale. blitzquotidiano.it scrive
Sudan, Darfur: muoiono di stenti due bambine in fuga da Al Fasher con le loro mamme - Lo riferisce il portavoce di un'organizzazione che rappresenta persone sfollate. Riporta repubblica.it
