Il Pd non è un foglio bianco

Il post di Pina Picierno è un promemoria urticante per un partito che spesso si crede nuovo cancellando ciò che è stato. Nel Pd è tornata la tentazione di ripartire da zero, come se la sua storia fosse un peso di cui liberarsi. Ma quella storia, piaccia o meno, è fatta anche dei governi Letta e Draghi, cioè delle stagioni in cui i democratici hanno tenuto in piedi il Paese quando altri scappavano. Picierno non difende il passato per affetto, ma per onestà. Chiede semplicemente che la segretaria Schlein chiarisca: quando dice che il Pd non deve più allearsi con la destra, parla anche di quei governi? E se sì, cosa pensa dei ministri e sottosegretari di allora – Orlando, Franceschini, Sereni, Speranza, Provenzano – che hanno servito lo Stato, non un’ideologia? Dietro la cortesia istituzionale del post, c’è una domanda tagliente: si può costruire un’identità politica sulla rimozione selettiva della memoria? Schlein vuole un Pd radicale, ma rischia di apparire semplicemente smemorato. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it

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