Castel D’Azzano quel Presente di cui nessuno parla
Roma, 26 ott – I media ormai sono interruttori che accendono e spengono le luci su questa o quella notizia. Una settimana fa c’è stata la strage, così l’ha rinominata la magistratura, di Castel D’Azzano in cui hanno perso la vita tre carabinieri, elevati al ango di eroi che è l’altro lato della medaglia dell’“atto dovuto”, se, sempre nell’esercizio del proprio dovere, si mettono a rincorrere uno scooter che forza un posto di controllo. Per loro subito sono stati predisposti i funerali di stato, nel senso di participio, in diretta nazionale. Il brutto caso di Castel D’Azzano. Quello che stato è stato, “scurdammoce ‘o passato” così nessuno ricorda più perché presso i fratelli Ramponi, cui è stata appioppata all’unanimità l’etichetta di stragisti – pure se il loro gesto, e non il primo del genere, era diretto alla loro proprietà e, con essa, a loro – siano stati inviati i militari in assetto antisommossa e non gli artificieri, come ha chiesto un avvocato della famiglia di uno dei tre eroi. 🔗 Leggi su Ilprimatonazionale.it
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"La tragedia di Castel d’Azzano è l’ultimo esempio di un modo di raccontare la sofferenza psichica che andrebbe cambiato per combattere lo stigma. La tragedia di Castel d’Azzano, in cui hanno perso la vita tre carabinieri, ha sconvolto l’opinione pubblica. Ma - facebook.com Vai su Facebook
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