Elogio del minestrone
Soltanto l’altro giorno Giovanni Gregoletto, vignaiolo e sognatore, mi proponeva di aprire insieme un locale da chiamare “Minestrone”, specializzato in zuppe e minestre, contro la spaghettizzazione dei centri storici, contro le carbonare e le amatriciane ma pure contro noodles e ramen (sempre spaghetti sono), ed ecco che un minestrone viene decretato piatto dell’anno dalla guida Osterie d’Italia di Slow Food. Come gli sarà venuto in mente ai guidaroli? Che senso ha? La proposta di Gregoletto era romanticamente inattuale e ineconomica, un buon modo per perdere soldi. Perché il minestrone non attira: troppo tradizionale, troppo familiare, né straniero né romano ma italiano. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it
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