E insomma questo vibe coding?

Lo scorso febbraio Andrej Karpathy, ricercatore di spicco nel campo dell'intelligenza artificiale e tra i fondatori di OpenAI, ha coniato  un'espressione che è entrata nel gergo comune, quanto meno in certi angoli del web: "vibe coding". Il termine descrive la pratica di programmare alla leggera, utilizzando chatbot specializzati come Cursor, senza sapere un acca di programmazione.  L’idea era – ed è – di chiedere semplicemente all’intelligenza artificiale di generare codice per un’applicazione qualunque (qualcosa di semplice, ovviamente), per ottenere il codice in pochi secondi. Una magia, oltre che un notevole fattore di rischio per molte persone che lavorano come programmatori, e che rischiano di essere automatizzati, almeno in parte. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it

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