Un ricordo dello scrittore Gilberto Severini
Nella prima metà degli anni Novanta ho cominciato a pensarmi come uno scrittore. Fino a un momento prima mi pensavo come a un musicista, uno che scrive canzoni e le suona, ero pur sempre un discreto chitarrista che all’occorrenza sapeva mettere le mani almeno su un paio di altri strumenti, il pianoforte e il basso, avevo pur sempre studiato violoncello all’Istituto Pergolesi, il nostro simil-conservatorio, e tac, eccomi lì a pensarmi scrittore. Erano accadute alcune cose, nel mentre, che mi avevano spinto da quelle parti, difficilmente sarei in grado di indicarle con precisione. Sicuramente aveva influito il fatto che nel mentre passassi parte delle giornate a leggere, specie letteratura americana, quella che in seguito avrei scoperto essere parte del postmodernismo. 🔗 Leggi su 361magazine.com
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