Lasciamo gli affetti a chi è in carcere

La decisione del carcere torinese di attrezzare una «stanza dell'affettività» mi pare assurda e mi permetto di criticarla. Prima di tutto bisognerebbe avere il coraggio di chiamarla col suo nome «stanza del sesso», dato che sarebbe destinata a rapporti non certo platonici. Inoltre è assurdo definire i rapporti sessuali dei carcerati un «diritto costituzionale», come sostenuto dalla garante dei detenuti del Piemonte; è vero che la Corte costituzionale ha aperto la strada a questa novità, ma non sta certo scritto nella Costituzione che chi commette un reato possa tranquillamente beneficiare di «affetti». 🔗 Leggi su Ilgiornale.it

lasciamo gli affetti a chi 232 in carcere

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