Se mi ghosti non vale Sparire fa più male dei no
Voce del verbo “Ghostare“, ovvero "porre fine a una relazione con una persona, cessando improvvisamente ogni forma di comunicazione": lo spiega pure l’ Accademia della Crusca, riconoscendo la comparsa del termine nel 2015 e la sua diffusione nel 2021-22. Non si hanno prove sul fatto che la pratica di "svanire nel nulla, senza spiegazione alcuna" circoli di più nell’era digitale, ma uno studio dell’ Università di Milano-Bicocca, pubblicato sulla rivista Computers in Human Behavior, indaga ora per la prima volta - e con un approccio sperimentale - l’impatto sulle persone che vengono "ghostate". "Contrariamente a quanto si pensi, essere rifiutati è meno doloroso: ghostare non serve a proteggere l’altro, non è un modo più “delicato“ per chiudere, può fare molto più male", spiega Alessia Telari, ricercatrice del dipartimento di Psicologia di Bicocca, che ha condotto sul tema due studi, ingaggiando complessivamente 136 persone, dai 18 ai 35 anni. 🔗 Leggi su Ilgiorno.it
© Ilgiorno.it - "Se mi ghosti non vale". Sparire fa più male dei “no”
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"Se mi ghosti non vale". Sparire fa più male dei “no” - Lo studio di Bicocca sull’impatto delle relazioni troncate senza spiegazioni "Mantenere le persone intrappolate nell’incertezza è complicato da gestire". Come scrive ilgiorno.it