La libertà di stampa non è libertà di diffamare Ci scrive Enrico Costa

Un conto è essere giustamente solidali con Ranucci per il vile attentato subìto, altro è promuovere, come fa Travaglio, qualificandola "legge Ranucci", una norma strampalata che, solo per i giornalisti, introduca una lite temeraria sui generis, per cui chi fa causa e la perde paghi la metà del risarcimento richiesto.  Perché la diffamazione infanga e demolisce le persone e non la si cancella per legge.  E la lite temeraria nel codice già è presente, e prevede una sanzione processuale per chiunque e contro chiunque la si promuova. Travaglio dice che ciascuno dei 600 parlamentari dovrà mettere la faccia pro o contro la "legge Ranucci", insinuando che non si può affermare la libertà di stampa ed essere contrari a questa proposta. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it

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