Il Big Mac del welfare
Nel Paese in cui ogni vertenza finisce a pugni tra ideologia e precariato, l’accordo integrativo tra McDonald’s e i sindacati maggiori – Cgil, Cisl e Uil – è una notizia da guardare senza ironia. Non solo perché riguarda tremilaseicento dipendenti e potrebbe diventare un modello per gli ottocento ristoranti in franchising, ma perché racconta come la ristorazione veloce, simbolo di lavoro a basso costo, stia provando a mettere radici nel terreno della stabilità sociale. Il contratto non inventa il welfare aziendale, ma lo democratizza: congedi parentali retribuiti, banca ore solidale, permessi per studenti e caregiver, orari flessibili per le madri, misure anti-violenza di genere, e persino un bottone d’emergenza collegato con la polizia nei locali più esposti. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it
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