Sinner è un’azienda individuale non un’eccellenza del made in Italy

Ha detto no a Mattarella. Ha detto no a Sanremo. Ha detto no – la bellezza di quattro volte – alla Coppa Davis. Cosa manca? Se Gattuso lo convocasse per i playoff mondiali solo per il gusto di incassare pure lui un rifiuto, avrebbe completato il pantheon dei ripudiati istituzionali di questo garrulo Paese. Sarebbe il caso di chiudere la questione: tu, a Sinner, “nazional-popolare” non glielo dici. Perché proprio non è il caso: il campione che pure spesso accarezza per quieto vivere la retorica identitarista, è la quintessenza del professionista apolide. Non c’è statuina presepiale che possa trasformarlo a nostro uso e consumo. 🔗 Leggi su Ilnapolista.it

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© Ilnapolista.it - Sinner è un’azienda individuale, non un’eccellenza del made in Italy

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Non solo Sinner: i guadagni dei tennisti. Travaglia, n. 232, prende la metà di un calciatore di C - Nel 2021 Stefano Travaglia sfidò Sinner nella finale del torneo 250 di Melbourne e raggiunse il 60° posto della classifica mondiale. Scrive gazzetta.it

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