Se al Louvre ci fosse stata un po’ più di intelligenza artificiale
Sette minuti. Tanto è bastato per mettere in scacco il museo più sorvegliato del mondo. Al Louvre, dove ogni quadro ha un sensore, ogni corridoio una telecamera, ogni porta un codice, un gruppo di ladri con gilet da operai e passo sicuro è entrato, ha finto un intervento di manutenzione, ha disattivato un allarme e si è portato via un gioiello. Nessun hacker, nessuna arma: solo mimetismo, tempismo e conoscenza del sistema meglio di chi lo aveva progettato. E’ il furto dell’anno, ma anche la prova che senza una vera integrazione dell’intelligenza artificiale la sicurezza resta un rituale più che una garanzia. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it
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