Il caso Pozzallo riaccende un faro sulla Libia e la frontiera che l’Europa non vuole vedere
Quando la barca è arrivata a Pozzallo, nella notte del 12 ottobre, aveva i segni evidenti dei proiettili sullo scafo. Cento persone a bordo, tre feriti gravi, uno in coma. Secondo i sopravvissuti, i colpi sono partiti da una motovedetta libica mentre l’imbarcazione si trovava nella zona Sar maltese. Le autorità di La Valletta non confermano né smentiscono, ma la sequenza coincide con altre segnalazioni di Alarm Phone e con la cronologia di Sea-Watch: pattuglie libiche che aprono il fuoco in acque internazionali, con mezzi e addestramento pagati dall’Europa. A poche ore dallo sbarco, l’organizzazione tedesca ha diffuso un rapporto di 70 pagine che documenta 60 episodi di violenza dal 2016 nel Mediterraneo centrale, di cui almeno 54 avvenuti fuori dalle acque territoriali libiche. 🔗 Leggi su Lanotiziagiornale.it
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