Urge la debergoglizzazione soprattutto nelle preghiere

Dai frutti si riconosce l’albero, dice il Vangelo. Dall’albero si riconoscono i frutti, aggiungo io. Ero a messa e recitavamo il Padre Nostro, il prete e tutti gli altri nella versione bergogliana ossia con il famigerato “Non abbandonarci alla tentazione”. Purtroppo mi sono spazientito, essendo l’uomo più insofferente del mondo, e ho sussurrato: Ancora? Avrei voluto gridare: Piantatela, Bergoglio è morto, è cadavere, polvere, urge la debergoglizzazione e non tanto negli incarichi (comunque Padre Spadaro lo vedrei bene come parroco di paese nella montagna messinese) quanto nelle preghiere. Non mi interessa più entrare nei dettagli biblici e linguistici, è inutile, dopo anni, continuare a discutere di latino e di greco, di ebraico e di aramaico, dovrebbe essere più che sufficiente la firma di Bergoglio: se l’ha imposta lui è impossibile che sia la traduzione giusta. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it

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