Studiare aiuta a disfarsi del presente e a gettare uno sguardo sul mondo

Il nuovo libro di Paolo Nori (“ Non è colpa dello specchio se le facce sono storte ”, Utet), non è tanto una strenua difesa della Russia, benché il sottotitolo reciti “Diario di un filorusso”, quanto piuttosto una difesa ancor più strenua dello studio. È lo studio, infatti, che costituisce il principale strumento di libertà: studiando – così come Nori, dall’università in poi, ha studiato e analizzato e tradotto la letteratura russa – non siamo sottoposti ad alcun condizionamento se non il nostro interesse, nessun ostacolo si frappone fra la nostra testa e il cielo delle idee e della bellezza. Studiando, soprattutto, non c’è nessun motivo di leggere le cronache, o guardare i tg, o avvelenarsi con la politica, o compulsare il social network, o invadere nazioni confinanti, poiché l’interesse per l’attualità perde ogni peso quando ci si misura con questioni eterne. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it

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